La composizione policentrica di Villa Adriana e il tecnigrafo post-alessandrino
Nella fase iniziale della realizzazione di Villa Adriana, probabilmente già nel 118 a C., si è verificato un accadimento di una certa importanza se collegato non solo all’aspetto fondativo ed ideologico che la nuova residenza imperiale intendeva rappresentare, ma anche al quadro dei principi della composizione architettonica nell’antichità classica: uno spostamento di paradigma nel processo di composizione architettonica allora in atto, ha generato la crisi del modello a griglia ortogonale come strumento di controllo sintattico generale. Crisi del mos maiorum, potremmo dire, dovuta all’innesto – certamente non casuale e certamente ideologico – di una diversa modalità di regolazione dei rapporti tra gli elementi della composizione e il tutto, cioè un diverso principio ordinatore. Principio riferibile ad un tipo di composizione definibile come “polare”, basato cioè sulla compresenza nello scacchiere generale del progetto di una serie di punti sensibili ai quali si attribuisce una funzione di centralità e allo stesso tempo di perno di rotazione rispetto di una serie calcolata di “mosse” compositive geometricamente “radiali”.